Vinitaly – la vetrina del vino italiano e non solo
Le aziende sono circa 383.650 (il 23,5% del totale delle aziende agricole italiane) con 632.000 ettari a cultura e la produzione è di 40,3 milioni di ettolitri; gli addetti sono oltre un milione, dall’enologo al cantiere, dall’agronomo al sommelier e distributori. Pochi sanno, forse, che l’industria del vino è una voce primaria del prodotto interno lordo, “più importante del settore automobilistico”, come ha rilevato il presidente di Verona fiera in occasione dell’inaugurazione del Vinitaly n. 46, l’ annuale “fiera del vino” tenutasi a fine marzo a Verona. L’obiettivo principale di Vinitaly è di offrire ai produttori l’ opportunità di presentarsi ed è rivolto agli operatori del settore favorire contatti commerciali tra produttori e buyer internazionali.
I numeri del Vinitaly 2012 sono impressionanti: a Verona erano rappresentate un centinaio di Nazioni, per un totale di 4.200 espositori su 95.000 mq di area espositiva; in quattr giorni sono stati circa 140.000 i visitatori e 2.625 i giornalisti accreditati.
La grande novità di quest’ anno era l’apertura al mondo biologico e biodinamico. La fiera ha sentito l’attenzione crescente verso questo settore di nicchia e la prima edizione del salone Vivit (Vigne Vignaioli Terroir) all’ interno di Vinitaly ha dato spazio a 127 produttori provenienti da diverse regioni italiane e anche da Francia, Austria e Slovenia. Effettivamente Vivit ha avuto un notevole afflusso di pubblico in uno spazio però troppo ristretto: avrebbe meritato un’area più vasta e bella. Presente era anche il “padre” del biodinamico, il produttore francese Nicolas Joly, riconosciuto come portavoce mondiale della biodinamica in viticoltura ed in enologia. Guidava tra l’altro una degustazione su “La verità del gusto” nel ciclo di conversazioni “La natura del vino”.
C’erano inoltre tante altre degustazioni, convegni, presentazioni di vini e libri che meritavano approfondimenti. I produttori arrivavano non solo dai paesi stranieri noti per la produzione di vino: c’erano infatti anche new entry come l’ Armenia, l’Azerbaijan, la Moldavia e l’Uzbekistan.
di Ursula Pruegger, Sommelier AIS Master Class
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